sabato 14 marzo 2015

Recensione "Il grande Gatsby"

Titolo: Il grande Gatsby
Autore: Francis Scott Fitzgerald
Editore: Feltrinelli
Prezzo: 8,00 € 
Pagine: 230
Voto: 7/10
Trama: Il grande Gatsby ovvero l’età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy… Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un’esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.

Recensione: E anche questo libro è stato letto. 
Inizio col dire che la narrazione in prima persona non mi è piaciuta molto,rende le cose più realistiche ma da anche un’aria più confusa agli eventi. 
I personaggi sono interessanti,sopratutto Gatsby che rappresenta uno dei grandi personaggi tragici della letteratura americana. Riesce ad arrampicarsi nella scala sociale e a diventare,per così dire,un punto fisso della vita mondana di Long Island e nessuno può mancare alle sue incredibili feste. E tutto questo per riuscire a riconquistare Daisy,con cui cinque anni prima ebbe una relazione,ma poi a causa della guerra si separarono e lei sposò Tom Buchanan. A causa di quest’ultimo la vita di Gatsby avrà una fine tragica. 
L’epoca,cioè gli anni 20,sono descritti bene e a leggere quasi quasi viene il desiderio di aver vissuto in quel periodo,con tutte quelle feste,con quelle auto,col jazz. 
Ci sono tante descrizioni e alcune le ho trovate noiose. 
Fitzgerald ci fa comunque capire quanto la società di quel tempo fosse ipocrita e priva di valori. Nel complesso è un bel libro.

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